EFFETTI DELLA SEDENTARIETÀ SULL’APPARATO DIGERENTE

EFFETTI DELLA SEDENTARIETÀ SULL’APPARATO DIGERENTE

Quando si parla di sedentarietà si intende uno stile di vita caratterizzato da un insieme di abitudini in cui sono scarsamente presenti o del tutto assenti il moto e una sana attività fisica (di qualsiasi genere, non necessariamente sportiva).

In altre parole, ciò si verifica quando il corpo passa la maggior parte del tempo nell’arco della giornata seduto o sdraiato, quindi inattivo.

I dati relativi ai Paesi Occidentali non sono incoraggianti e le cause di quest’abitudine, quando non è correlata ad una patologia, sono da ricondursi prevalentemente al lavoro d’ufficio (o in smart working) che si svolge stando seduti alla scrivania, all’utilizzo dell’auto o dei mezzi di trasporto per sostituire una camminata o l’uso della bicicletta come anche alla scelta di attività statiche durante il tempo libero (guardare una serie tv, giocare con lo smartphone o stare sui social network, ecc.).

Indipendentemente dal motivo che spinge una persona ad adottare uno stile di vita poco o per nulla attivo, lo scarso esercizio fisico indebolisce la muscolatura, sovraccarica la schiena, indebolisce le ossa, riduce l’ossigenazione dei tessuti e degli organi, crea problemi di concentrazione, ma non solo.

Come rilevato dall’OMS, una vita sedentaria aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e diabete, favorisce il sovrappeso e l’obesità, aumenta il rischio di tumore al colon e può causare pressione alta, osteoporosi, disturbi del metabolismo, depressione e ansia oltre che problemi all’apparato digerente.

È assodato, infatti, che gli effetti della sedentarietà sull’apparato digerente possano essere di diverso tipo e comportare dei disagi lievi come anche lo sviluppo di patologie croniche e più gravi che si riflettono in un peggioramento generale della qualità della vita.

Vogliamo concentrare l’attenzione su tre problematiche causate da uno scarso esercizio fisico: il rallentamento della peristalsi intestinale, la diminuzione della motilità intestinale e l’alterazione del microbiota intestinale.

Rallentamento della peristalsi intestinale

La peristalsi intestinale è l’insieme delle contrazioni involontarie prodotte dal sistema nervoso enterico che è parte del sistema nervoso autonomo e che, nel caso dell’apparato digerente, favoriscono la digestione, l’assimilazione delle sostanze nutritive e l’espulsione delle sostanze di scarto sotto forma di feci (composte da batteri, fibre non digerite, grasso, materiale inorganico di vario genere, muco, cellule intestinali desquamate e alcuni tipi di proteine).

Un comune effetto della sedentarietà sull’apparato digerente è proprio il rallentamento della peristalsi, ovvero dei muscoli involontari che ne rendono possibile il corretto funzionamento e, conseguentemente, di tutte le funzioni ad essa connesse. Da questa alterazione derivano vari tipi di disturbi temporanei che possono cronicizzarsi fino a diventare delle vere e proprie patologie.

Si parla, ad esempio, di cattiva digestione (dispepsia) e di reflusso gastroesofageo:

  • Per cattiva digestione si intende la difficoltà a scindere il cibo nelle sue componenti e ad assimilare le sostanze nutritive dopo un pasto. Si manifesta con sintomi quali dolore, bruciore allo stomaco, gonfiore, nausea o vomito, alitosi, senso di pienezza o fastidio nella zona centrale dell’addome ed è causata da un rallentamento delle funzioni digestive;
  • Per reflusso gastrico si intende la risalita involontaria (con frequenza che varia da una a più volte nell’arco della giornata) dei succhi gastrici e di una parte del contenuto dello stomaco accompagnata dalla sensazione di rigurgito insieme ad un intenso bruciore al petto e/o allo stomaco. Una delle sue cause è stata identificata nel ristagno prolungato del cibo all’interno dello stomaco.


Diminuzione della motilità intestinale

Un altro effetto della sedentarietà sull’apparato digerente è da ricondursi all’indebolimento e alla perdita del tono dei muscoli che compongono l’apparato digerente tra cui il diaframma, i muscoli addominali e il perineo.

Questa debilitazione generale, troppo spesso sottovalutata, è una delle cause dirette della diminuzione della motilità intestinale cioè del corretto transito degli alimenti lungo tutto l’apparato digerente e delle feci presenti all’interno dell’intestino (attraverso la peristalsi) che devono essere espulse con l’evacuazione.

Citiamo due problematiche molto comuni:

  • La condizione più nota, diffusa e conosciuta è senza dubbio la stipsi (o costipazione o stitichezza) cioè quel fenomeno per cui vi sono difficoltà ad evacuare le feci, una frequenza di evacuazione molto bassa (mediamente inferiore a 3 volte a settimana), feci dure o caprine che richiedono forti sforzi per l’espulsione e una sensazione di svuotamento incompleto dell’organismo.
  • Per sindrome del colon irritabile si intende una patologia cronica che causa un dolore o un fastidio addominale e che si attenua dopo l’evacuazione delle feci. L’origine può essere di varia natura e derivare sia dalla sfera psicologica (stress, lutti ed emozioni negative) sia da quella biologica; tra le cause derivanti da alterazioni fisiche è riconosciuta anche la diminuzione della motilità intestinale.

Alterazione del microbiota intestinale

L’ultimo degli effetti della sedentarietà sull’apparato digerente che trattiamo in questa sede coinvolge il microbiota intestinale, meglio conosciuto come flora batterica intestinale, che quando si trova in una condizione di equilibrio è in uno stato di eubiosi.

L’insieme di microorganismi (batteri, virus, lieviti e parassiti) che popolano l’intestino umano svolge una serie di funzioni importanti per l’organismo come quelle digestive e metaboliche, di protezione da agenti patogeni, di protezione del sistema immunitario e della sua corretta sollecitazione attraverso la produzione di anticorpi, di regolazione della motilità intestinale e di eliminazione delle sostanze tossiche.

Quando l’equilibrio si modifica, si va incontro all’alterazione del microbiota intestinale (conosciuta come disbiosi intestinale) e tale situazione comporta anche conseguenze per l’intero organismo.

La disbiosi intestinale può essere causa di cattiva digestione, di stipsi o di episodi di diarrea frequenti, di meteorismo, colon irritabile, di sviluppo di infezioni con maggior frequenza, dell’abbassamento delle difese immunitarie, di una probabilità più alta di micosi nell’intestino come anche di stanchezza, nervosismo, stati di ansia, insonnia e cambiamenti dell’umore.

Inoltre, alla disbiosi vengono associate malattie dell’apparato digerente quali le malattie infiammatorie intestinali e l’epatopatia steatosica non alcolica (comunemente conosciuta come fegato grasso).

Aumento del rischio di tumori

Alcune patologie che risultano essere un effetto della sedentarietà sull’apparato digerente possono causare l’insorgere di tumori nel momento in cui diventano croniche. Parliamo, ad esempio, del reflusso esofageo per i tumori dell’esofago e dei tumori gastrici.

Il tumore al colon e il tumore all’intestino vengono, invece, associati ad uno stile di vita sedentario anche se ad oggi le cause e i meccanismi restano sconosciuti.

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